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Siete proprio sicuri che tutte le colpe ricadano sugli studenti?

Atti sempre più incresciosi verso gli insegnanti riempiono notiziari e programmi pomeridiani, sconcertando l’opinione pubblica, che tutto di colpo, nonostante la carenza culturale del cittadino medio, parteggia senza tentennamenti per quel corpo docente che a suo tempo sembra aver completamente ignorato, durante le ore di lezione.

Accoltellamenti, sputi, pugni, insulti, offese con corpi contundenti, sgambetti, spintoni, lancio di oggetti, addirittura spari con armi da fuoco. A tutto questo ci raccontano essere quotidianamente sottoposta la categoria di maestri e professori. Se poi uno di loro si permette di mettere un votaccio, un giudizio negativo o di espellere uno studente, ecco che i genitori, con toni camorristici, irrompono in classe a redarguirlo o, nel peggiore dei casi, ad aggredirlo fisicamente loro pure.

I media ci tengono a descrivere questi discoli, presi implicitamente a sineddoche dell’intera scolaresca, come dei bruti maleducati dalle famiglie e guasti fino al midollo, al punto da non capire il piacere che si fa loro a volerli gentilmente educare con le principali discipline dello scibile umano. Il paragone spesso sbandierato è quello con più o meno immaginari “euscoli” dei tempi d’oro: ragazzi cioè che, nel passato, rispettavano e ubbidivano il professionista in cattedra, zitti e muti, per quante pedate, righellate, punizioni morali e corporali, bocciature buscassero, stoici e irreprensibili.

Ma siamo sicuri sicuri che le cose stiano davvero messe così? Che, cioè, le nuove generazioni siano un branco di bestie incapaci di ragionare e che i professori siano tutti delle brave personcine immacolate che subiscono nella più totale innocenza?

Un’ulteriore domanda allora ci sorge: voi siete mai andati a scuola? Una qualsiasi scuola italiana. E se sì, avete già scordato la manica di semi-deficienti, svogliati, repressi, frustrati, incompetenti, impreparati, sociopatici che componeva (e, per questioni statistiche, supponiamo tuttora componga) la larga parte dei tizi chiamati a insegnare ai giovani? Ora che l’accesso al posto, anche senza essere di ruolo, è facilitato, temiamo anzi che le file dell’insegnamento si siano riempite di teste di c*zzo che, non avendo trovato niente di meglio in cui impiegare le proprie vite, finiscono a dare lezione ai nostri figli del tutto immotivate, se non dallo stipendio fisso e i tre mesi di ferie.

Da sempre una moltitudine di docenti mal scolarizzati e privi di empatia hanno segnato la psiche e il futuro di milioni di discenti, con le loro angherie, i loro giudizi campati per aria, la loro indisposizione a trasmettere agli altri le proprie conoscenze, spesso scarsissime e lacunose.

E allora, non sarebbe forse da capire un qualunque studente che, per una volta, insorge e si ribella contro uno stato delle cose, che si trascina così da decenni, se non da secoli?!

Attendiamo trepidanti il giorno in cui, sotto l’era di Mister Okay, i docenti verranno sostituiti una volta per tutte dai computer, infinitamente più preparati, sempre disposti a rispiegare esaurientemente le parti non comprese e ad approntare alla vita i maturandi senza passare per l’inutile e dannoso giochino dei voti.

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