«Desiderio naturale, necessario, e perpetuo nell’uomo, di un futuro miglior del presente, per buono che il presente possa essere» leopardava il Leopardi e come dargli torto (benché tatanti in realtà glielo diano)?
Essì, perché, ’uanto spesso orecchiamo vecchi bacucchi, conservatori impestati, zitelle in menopausa e scapoloni in andropausa, preti con l’alitosi e monache baffute lodare i tempi trascorsi e lagnarsi dei tempi correnti, nonché di quelli che ci attendono, ch’essi già paventano ancor più orribili, asseverando così la ridondante divisa “Mala tempora currunt et peiora premunt”?!
È quella patetica figura che, restando al latino, potremmo definire il “laudator temporis acti”, quello cioè che «una volta si stava meglio» e «oh come siamo mal piazzati, signora mia!». I poveri tapini che rimpiangono i bei tempi andati della guerra, delle carestie, delle pezze al cul0, delle botte ai pederasti nei cessi dei cinemini, dei maestri dalla bacchettata facile, del nonnismo nelle caserme, delle donne casalinghizzate coercitivamente, dei pargoli pestati a sangue, dei telefoni a gettoni, dei figli di papà avverso i morti di fame. Voi direte: beh poco è cambiato, forse un po’ ingenerosamente. Ma ciò che stigmatizziamo del presente sono proprio le tracce lasciate dal passato (i conflitti, gli ascensori sociali col cartellino “fuori servizio” esposto sulle porte, i femminicidi…).
DOMANI È SEMPRE E COMUNQUE MEGLIO DI IERI. Meglio le otto ore di lavoro settimanali rispetto alle sedici senza giorno di riposo agli albori della grande rivoluzione industriale, meglio i matrimoni gay di quando la gente veniva arrestata per le preferenze sessuali o, qualche secolo prima, bruciata viva, meglio una società laica e immanentista che un apparato sociale dominato dai rappresentanti in Terra di strani personaggi immaginari aleggianti sopra i crani dei viventi. Ma questo è solo il presente, che non è che un timido accenno di tutto il buono che ancora ha da venire.
Noialtri siamo una casa editrice di fantascienza. Siamo nati per puntare al futuro come dogghi da tartufo che fiutino l’usta del loro prezioso obiettivo. Vi riempiremo gli occhi con un mondo senza guerre, senza miserie, senza senza fatiche inutili, senza morti premature (tutto questo, come pure il suo risvolto critico, sia ben chiaro…).
Vi descriveremo ciò che sarà, con tutto il suo bene. Credeteci, come i bambini credono alle favole: è solo così che esse si avverano! – ci piace disneyaneggiare.
Ciò che prepariamo oggi, che lo capiate o no, sarà giustificato dai buoni risultati futuri, proprio come il figlio ben cresciuto giustificherà la chiacchierata relazione da cui è nato.