Vonnegut nell’introduzione al suo capolavoro “Mattatoio n. 5” racconta di quando, durante le fasi preparatorie del libro, incontrò a un party hollywoodiano un tycoon che, venendo a conoscenza dell’argomento principale di quel work in progress, rispose: «Scrivere di guerra è come scrivere di ghiacci perenni».
Vonnegut si trova d’accordo e, oltre a lui, pure lo stato delle cose, anche attuali, sembra voler dare ragione a quel vecchio produttore cinematografico: la guerra c’è sempre stata, ci sarà sempre.
Gli umani hanno sempre guerreggiato tra loro, da che esistono. Questo fa di noi la specie più aggressiva, feroce e più stupida dell’intero mondo animale.
Si può dire che la belligeranza sia connaturata all’homo sapiens sapiens, che non per nulla si impose sugli altri ominidi, anche più intelligenti di lui, come pare fosse il caso del Neanderthal, sgozzandoli brutalmente o passandoli a punta di selce.
Dopo di che è passato alle guerre fratricide, alle guerre civili, alle guerre a lunga distanza, ma pur sempre tra conspecifici, per proteggere un territorio, conquistarne di nuovi, ma soprattutto per dimostrare la propria superiorità.
La guerra c’è sempre stata.
Ci sarà sempre?
I due conflitti più clamorosi che l’umanità sta vivendo in questi tempi sono ovviamente quello causato dall’invasione russa in Ucraina e la sproporzionata controffensiva di Israele nella Striscia di Gaza dopo il massacro compiuto da Hamas contro alcuni cittadini israeliani impegnati in un rave. Lo sappiamo tutti.
Sono guerre le cui origini nascono nel passato e le cui conseguenze si estenderanno ancora per molto tempo nel futuro. Da una parte la pretesa dei Russi di restaurare un impero, che fu già zarista prima e sovietico poi, a spese degli ex-stati satellite, dall’altra parte del mondo lo scontro tra la volontà di due diverse popolazioni di stabilirsi una volta per tutte nel medesimo territorio.
A questi due eventi storici e mediatici si aggiunge poi una miriade di altre guerriglie e guerricciole che tendono a passare in sordina, perché spesso coinvolgono etnie e culture a noi meno care.
Così è sempre stato. E sempre sarà?
Che potrà mai succedere?
Nulla, tutto resterà uguale, direte voi. Questa, ahinoi, è la natura umana.
Ecco, bravi, esatto: U-M-A-N-A.
Ma se arrivasse un essere sovrumano, che riuscisse finalmente a obbligare in qualche modo la razza umana a convivere d’ora in poi pacificamente?
“Mister Okay era stato cannoneggiato sin dentro quel desolante panorama, nessuno sa bene perché, e, sulle prime, si guardava intorno, tentando di raccapezzarcisi, un po’ come un primino invitato per sbaglio a una festa universitaria. Una festa universitaria orribile però, organizzata malissimo e con una legione di sbroccati a farsi la pelle l’uno con l’altro in ogni angolo della stanza, su ogni piano della palazzina.
Era nuovo del posto. Ci impiegò un po’ a venire a patti con le insanabili contraddizioni che governano l’umanità, almeno da quando a qualcuno dei suoi membri era saltato in mente di discendere dall’albero. In un contesto di armi spianate e sparatorie senza tregua, sentiva politicanti e preti tuonare dall’alto dei loro comizi e dei loro pulpiti che la pace tra gli uomini doveva essere ripristinata al più presto e con ogni mezzo, che l’ordine avrebbe dovuto prendere il posto del caos, che la brava gente che li andava ad ascoltare si meritava una vita tranquilla e soddisfacente.
Nel dilemma tra la prosecuzione dei conflitti e le melodiose parole di speranza per un sereno avvenire, pensò che fossero queste ultime a rappresentare con maggior fedeltà le più salde aspirazioni di quei primati eretti e blateranti. Quei continui proclami, pur contraddetti dalla realtà dei fatti, dovevano testimoniare il loro spirito indomito, un futuro roseo la cui realizzazione perseguivano al di là delle avverse condizioni attuali – meditò.
Beh, ci volle accontentare.”
Come? Andate qui.