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L'orgia di Mistress Catfight

Non era ancora il tramonto e l’Uomo delle Stelle si trovava già alle prese con un nuovo piano malvagio da mandare a puttane per tempo, prima che la cosa si cronicizzasse.
Stavolta da qualche parte in Vecchia Zelanda. Lì Mistress Catfight aveva fatto versare numberosi barili di acido γ-idrossibutirrico nelle falde acquifere della città. La maggiore proprietà dell’acido, anche noto con il nomignolo vetero-hippy Gamma-Oh, è quella di inibire ogni remora di carattere sessuale. La sostanza erotizzò i bravi cittadini del luogo per mezzo dei bricchi di caffè, dei brodini, dei risciacqui orali. La sostanza era stata rovesciata nell’acquedotto prima dell’alba, a mezzogiorno la rete metropolitana interessata si era già trasformata in una moderna riedizione di Sodoma e Gomorra: la gente di lì ormai non pensava ad altro che a dare libero sfogo alla propria libido in tutti i luoghi e le modalità consentite dalla fisiologia umana. La fautrice di quella mega-orgia intanto si era arrampicata su uno di quegli onnipresenti cartelloni con l’annuncio “IL 77° GENETLIACO SI APPROPINQUA!”. E, poco sotto: “Mancano 2 giorni al grande evento”, con il numero scritto con pannelli interscambiabili. Da là sopra si beava di quel panorama lubrico, incitando i partecipanti per mezzo di un megafono. Per sostenere le prolungate sfrenatezze, alcune ancelle di Catfight, strizzate nelle loro tutine in lattice, ancheggiavano in giro distribuendo scodelle di zabaglione, sempre che qualcuna di loro non rimanesse coinvolta nelle disinvolte manovre.
Mister Okay, nonostante la predisposizione all’accoppiamento selvaggio che svariate fonti gli attribuiscono, è probabile che in quella sovreccitazione generalizzata vedesse prima di tutto un estremo atto di insubordinazione.
Prefigurava forse la grave minaccia che quel contagioso libertinaggio avrebbe costituito per la tenuta sociale. Si piantò nel bel mezzo del cielo, aleggiando sopra quella miriade di animali in calore. Riuscì a distrarli dai loro porci comodi giusto un attimo, tuonando: «A me gli occhi, gente!».
Non si sa bene che cosa abbia fatto. Qualcuno dei presenti avrebbe poi sostenuto che una strana nebbiolina azzurrognola avesse cominciato a sgorgare dai suoi occhi, altri dicono di aver avvertito come un blocco mentale, subito dopo aver sentito quelle cinque parole risuonare sotto il
firmamento. Ancora adesso non si è capito se avesse influenzato la loro psiche o avesse agito sul loro sistema endocrino.
Fatto sta che quel suo intervento servì come una secchiata d’acqua gelida gettata su due dogghi che non ne vogliano sapere di staccarsi: le migliaia di forsennati copulatori si fermarono di colpo, si guardarono e guardarono ciò che stavano facendo prima di essere interrotti e si dispersero cringiando nel buio incipiente.
Prima di andarsene, Mister Okay rinchiuse Mistress Catfight dentro una gabbia appesa a quello stesso cartellone su cui l’aveva rintracciata, a consumarsi per inedia sotto lo sguardo dei passanti.

Il resto lo potete leggere qui.

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